INTERNET DELLE COSE: UNA DEFINIZIONE CONCRETA


Che cos’è l’internet delle cose?

Nelle telecomunicazioni “Internet of Things” o “Internet delle cose” o, più propriamente, Internet degli oggetti, è un neologismo riferito all’estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti.

Per IOT sono state date molte definizioni tutte egualmente valide se applicate al contesto cui si riferiscono, ma quella che rappresenta una “visione” applicabile alla generalità delle utilizzazioni è stata espressa da ITU (International Telecommunication Union) ovvero: la possibilità di collegare qualsiasi oggetto – in qualsiasi momento – da qualsiasi luogo. Questa definizione evidenzia un contesto di oggetti, utilizzatori, attuatori, ed altro che richiedono una efficiente interoperabilità tra loro attraverso reti di comunicazione.

L’internet delle cose è spesso considerata come un’evoluzione del Machine to Machine, ma è sbagliato fermarsi a questa riduttiva affermazione essendovi molteplici aspetti da considerare.


Internet delle cose e industria: nasce l’ IIoT

Internet delle cose

Internet of Thing significa, letteralmente, che qualsiasi cosa è collegata a internet. Se ci si sposta nel contesto industriale la definizione  IoT, diventa IIoT che evidenzia la capacità di macchine e sistemi di scambiare dati e comunicare tra loro. A supporto di quest’ultimo concetto, esisteva già una specifica terminologia: Machine to Machine Communications, per cui: sono la stessa cosa o ci sono particolari differenze?

Spesso e volentieri si considera M2M come subset di IoT, nel senso che M2M riguarda specificatamente le comunicazioni tra macchine, non necessariamente connesse a internet, mentre IoT è “network-agnostic”. Inoltre le applicazioni M2M sono specifiche in termini di dati e di interfacce, mentre con IoT, grazie a internet, si ha un “valore aggiunto” come condivisione di servizi e come tipologie di dispositivi collegabili. Semplificando al massimo, si potrebbe applicare questa formula:  IoT = M2M + Internet. 

Un’altro aspetto differenziante che viene spesso citato è che M2M è una comunicazione tra sistemi dedicati su base point-to-point, mentre l’ambientazione IoT prevede sensori o altri device di diversa natura e di differenti produttori che sono connessi in modo orizzontale.

Con i dispositivi di un ecosistema IoT che alimentano database utilizzati da software di analisi per elaborazioni di valore impossibile da ottenersi in un contesto locale, si materializza un consistente “valore aggiunto”, e non per nulla si parla di IoT come forza abilitante della smart factory come delineata nelle formalizzazioni concettuali di Industry 4.0.

Detto diversamente, l’ internet delle cose consente l’utilizzo di applicazioni Internet/Cloud-based le cui informazioni scambiate tra i device, diventano accessibili tramite piattaforme diverse da parte di altre entità, siano esse altri dispositivi o operatori umani.

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