Crediti d’imposta per stimolare gli investimenti

Crediti d'imposta per stimolare gli investimenti

Il tessuto industriale italiano è composto principalmente da piccole medie imprese. Il governo Italiano, a partire dal 2016 ha stabilito un Piano Nazionale per l'industria 4.0, che è poi stato finanziato nel 2017 e poi riconfermato con nuovi stanziamenti nel 2018-19 per diventare un Piano della Transizione 4.0.

I contributi diretti e indiretti sono stabiliti per incentivare le imprese ad effettuare investimenti tecnologici, per lo sviluppo delle competenze digitali (pensate nell'ottica dell'efficienza e produttività); l'automazione (sistemi di stoccaggio e picking automatici per migliorare le condizioni di lavoro); la connettività (sistemi di localizzazione e tracciamento per gestire le operazioni in modo preciso); la sicurezza (controllo ed automazione dei processi evitando danni a cose e persone); la produttività (industria interconnessa e digitalizzata per aumentare la produttività e la qualità); il controllo totale (accesso rapido alle informazioni).

Gli incentivi previsti dal Piano Industria 4.0 hanno prodotto un effetto leva sugli investimenti e una crescita significativa del mercato dei progetti 4.0 in Italia .
I dati del MISE confermano l'effetto positivo dell'Industria 4.0 sul tessuto industriale.
Sul totale degli investimenti, però, più del 60% degli incentivi hanno interessato le grandi imprese, e non le PMI italiane.
Le Piccole e Medie Imprese Italiane, d'altro canto, rappresentano, insieme alle microimprese, il 99,8% del totale delle imprese operanti sul territorio italiano, contro lo 0,2% costituito dalle grandi imprese, e generano da sole il 38% del valore aggiunto. Pertanto, qualcosa non ha funzionato.
La situazione Pandemica creata dal Covid-19, ha provato duramente le imprese di tutto il mondo.
In questo scenario di incertezza, le tecnologie 4.0 hanno rappresentato un’ancora di salvezza per le imprese, dimostrandosi essenziali per garantire la continuità operativa degli impianti produttivi e delle filiere logistiche.
L'industria 4.0 è inoltre uno dei pilastri del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sviluppato dal governo Draghi e presentato alla Commissione Europea.
Le imprese che vogliano beneficiare degli incentivi per la trasformazione 4.0, non possono improvvisare, ma devono stabilire le aree operative strategiche per una tale trasformazione.
Esiste un percorso di riferimento per l’implementazione efficace delle soluzioni proposte da Industry 4.0. Tale approccio prevede quattro step:

1) Analisi appoggiata da centri di ricerca, Università ecc.;
2) Redazione di piani di miglioramento con analisi economico finanziarie;
3) Implementazione del piano di miglioramento;
4) Misura ed analisi delle performance.

Per credito d’imposta, quindi, costituisce un credito che il contribuente vanta nei confronti delle casse dell’Erario dello Stato, magari perché ha fruito delle detrazioni fiscali ,per le quali può essere richiesto il rimborso.

Tutte le imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi, destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022, possono richiedere l'agevolazione.

Il bene deve essere ordinato ed accettato dal fornitore entro il 31 Dicembre 2022 con pagamento di un acconto dell'importo pari al 20% entro il 30 giugno 2023.

Le agevolazioni ottenibili riguardano il rimborso dei costi l'acquisto di:

1. Beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati
(Allegato A, Legge 11 dicembre 2016, n. 232 - ex Iper ammortamento)

2021
- 50% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- 30% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro
- 10% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.
2022
- 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- 20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro
- 10% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.

2. Beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati funzionali ai processi di trasformazione 4.0
(Allegato B, Legge 11 dicembre 2016, n. 232, come integrato dall'articolo 1, comma 32, della legge 27 dicembre 2017, n. 205)
- 20% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro. Si considerano agevolabili anche le spese per servizi sostenute mediante soluzioni di cloud computing per la quota imputabile per competenza.

3. Altri beni strumentali materiali (ex Super Ammortamento) diversi da quelli ricompresi nel citato allegato A
2021: 10% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 2 milioni di euro.
2022: 6% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 2 milioni di euro.

4. Altri beni strumentali immateriali diversi da quelli ricompresi nel citato allegato B:
2021: 10% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1milione di euro.
2022: 6% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1milione di euro.

Il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 15% se i beni riguardano investimenti in strumenti e dispositivi tecnologici destinati dall’impresa alla realizzazione di modalità di lavoro agile, ai sensi dell’articolo 18 della legge del 22 maggio 2017 n. 81.

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